INDERAL ® Propranololo

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Aspettati una caduta della pressione arteriosa per la vasodilatazione periferica. Il calcio ev può ripristinare la pressione e alcuni esperti raccomandano la profilassi con calcio prima di dare calcio antagonisti. Evita i calcio antagonisti in pazienti con sindrome di Wolff-Parkinson-White e fibrillazione atriale; nella sindrome del nodo del seno; nel blocco AV di secondo o terzo grado senza pacemaker.

I dati relativi all'uso di bezlotoxumab in donne in gravidanza sono in numero limitato. Gli studi sugli animali non mostrano una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). ZINPLAVA non deve essere usato durante la gravidanza a meno che le condizioni cliniche della donna rendano necessario il trattamento con bezlotoxumab. Il quadro di laboratorio si completa con il dosaggio degli anticorpi anti recettore del TSH , che nella grande maggioranza dei casi, risultano elevati.

L'assunzione va distribuita nel corso della giornata in modo da mantenere stabili i livelli plasmatici di tiratricol (questo metabolita ha un'emivita di circa 6 ore). La durata d'assunzione non deve superare i tre mesi ed in ogni caso è importante non sospenderla bruscamente. Similmente alla fase iniziale la dose andrà infatti diminuita di due pastiglie al giorno fino a sospendere completamente l'assunzione. Tale coda ha lo scopo di riattivare la naturale funzionalità tiroidea, depressa dall'utilizzo cronico di Triacana. Gli effetti collaterali degli ATD, che si verificano in circa il 3-5% dei casi, sono prevalentemente rappresentati da reazioni allergiche. La maggior preoccupazione riguardante l’uso degli ATD è rappresentata dal possibile effetto teratogeno.

Alcuni protocolli, meno usati in Italia, prevedono cicli di trattamento di più breve durata . L’intento della radioterapia a fasci esterni è quello di ostacolare la progressione di malattia e di migliorare il quadro sintomatico soggettivo e oggettivo del paziente, ma è possibile che si verifichino riesacerbazioni dell’orbitopatia anche dopo il trattamento radiante della malattia. Inizialmente, si verifica un miglioramento di natura soggettiva con riduzione dei sintomi, quali lacrimazione, diplopia, dolore oculare e fotofobia. Successivamente, migliorano i segni oggettivi, come l’edema palpebrale e l’iperemia congiuntivale. I controlli periodici con TC e RMN delle orbite post-trattamento EBRT mostrano diminuzione dell’ipertrofia dei muscoli retti, principalmente i retti inferiori e mediali .

Per l’immobilizzazione del paziente durante le applicazioni, è necessaria una maschera termoplastica personalizzata, che serve per garantire lo stesso posizionamento. La precisione del trattamento viene documentata da controlli periodici con immagini portali digitali. La terapia di prima scelta, in presenza di attività clinica, si basa sull’utilizzo di glucocorticoidi ad alte dosi. I glucocorticoidi hanno dimostrato un effetto benefico su edema dei tessuti molli, acuità visiva e motilità oculare, mentre l’effetto sulla proptosi è piuttosto limitato. È raccomandato il trattamento per via endovenosa, perché più efficace e meglio tollerato rispetto alla via orale e locale (retro-bulbare e sub-congiuntivale).

Per entrambi questi motivi e per ottimizzare l’efficacia della terapia combinata, la collaborazione tra Medico Nucleare ed Endocrinologo è qui ancora più importante. Ove invece non sussistano le condizioni per la terapia “definitiva" con I-131, andrà avviata la terapia con anti-tiroidei di sintesi, derivati dalle tionamidi , con accortezze legate all’età del paziente e alle possibili co-morbilità. La gestione della paziente con tirotossicosi gestazionale transitoria dipende dalla gravità dei sintomi, ma di norma non richiede alcun trattamento e solo osservazione clinica e laboratoristica . Nelle pazienti con iperemesi gravidica, il trattamento è rappresentato dal controllo del vomito e della disidratazione con terapia reidratante. I farmaci anti-tiroidei non sono indicati, poiché l'ipertiroidismo è autolimitante e si esaurisce alla 14°-18° settimana di gestazione.

Il quadro clinico dell’ipertirodismo è abbastanza caratteristico nella maggior parte dei pazienti, con una rappresentazione variabile dei segni e dei sintomi . L’espressione clinica dipende dalla severità del quadro piuttosto che dalla causa. Tuttavia nel Graves , oltre ai segni e sintomi classici dell’ipertiroidismo, possono essere presenti alcune peculiarità della malattia, come l’orbitopatia ed il mixedema, che sono dovute alla particolare genesi autoimmune della malattia . La diagnosi di morbo di Basedow deriva dal raffronto del quadro clinico con gli esami di laboratorio e strumentali.

Nonostante un incremento dell’appetito, i bambini affetti tendono a perdere peso e manifestano diarrea. Le ragazze con ipertiroidismo esordito in età peri-puberale presentano amenorrea o disturbi mestruali. Nella maggior parte dei casi è presente un gozzo palpabile, caratterizzato da un ingrandimento diffuso della ghiandola, che appare di consistenza elastica e non dolente. Il mixedema pretibiale, manifestazione relativamente comune nell’adulto, è invece molto raro nel bambino.

L’aumento della latenza della risposta corticale P100 è suggestiva di ritardo di conduzione nel nervo ottico. In caso di neurite o lesione compressiva del nervo ottico, il PEV può anche scomparire. In caso di miglioramento della patologia, si assiste alla comparsa di una risposta, pur se ritardata e di ampiezza ridotta, che progressivamente migliora al migliorare dell’acuità visiva. L’esame e l’evoluzione dell’ampiezza è il parametro che meglio si correla con l’acuità visiva. È inoltre possibile studiare in modo specifico la funzione foveale afferente attraverso le componenti N75 e P100 e le afferenze periferiche con la N105 e P135.

Tossina botulinica per la correzione della retrazione palpebrale superiore e del lagoftalmo. Rituximab ha mostrato risultati incoraggianti, simili a quelli ottenuti con i glucocorticoidi endovena, tuttavia il potenziale effetto benefico deve essere confermato in studi più ampi e controllati. Se presente lagoftalmo, il paziente deve essere istruito circa il posizionamento di bende che mantengano la palpebra chiusa e impediscano l’esposizione corneale durante il sonno, da associare all’utilizzo di gel o unguenti. La severità descrive il grado di deficit funzionale o estetico presente nelle diverse fasi di malattia. Sono conseguenti all’alterazione della motilità del globo oculare a causa dell’infiammazione prima e della fibrosi poi dei muscoli estrinseci.

Trattamento della tachicardia o aritmie (beta-bloccanti o, se controindicati, verapamil) e dell’insufficienza congestizia , quando presenti. Sarebbe consigliato sospendere l'allattamento al seno durante la terapia con INDERAL ® vista la possibile secrezione del principio attivo nel latte materno. I beta bloccanti, inoltre, sembrano aumentare la sensibilità ad allergeni, aggravando la relativa sintomatologia.

La limitazione è di tipo restrittivo, per cui è impedita la rotazione dell’occhio nella direzione opposta a quella del muscolo coinvolto. La rottura della cornea è un fenomeno secondario all’incapacità di proteggere la stessa con la chiusura palpebrale. Gradi lievi di cheratite puntata sono comuni, ma se le palpebre coprono completamente la cornea in questi soggetti non vi è rischio di ulcerazione. Se invece la cornea rimane visibile, la cheratite puntata può rapidamente progredire verso l’ulcerazione e la successiva perforazione.

L’orbitopatia di Graves è la più frequente manifestazione extra-tiroidea della malattia di Graves. E’ una patologia di origine autoimmune, caratterizzata dall’aumento di volume dei tessuti retro-orbitari. Le opzioni di trattamento nella forma moderata-severa sono i farmaci corticosteroidei ad alte dosi, la chirurgia e la radioterapia a fasci esterni (EBRT – external beam radiotherapy) della regione orbitaria, associata o meno ai corticosteroidi per via sistemica. L’oftalmopatia tiroidea è il complesso di manifestazioni oculari clinicamente evidenti in circa il 50% dei pazienti con malattia di Graves, che possono interessare, anche se con una frequenza minore, pazienti con tiroidite cronica autoimmune o manifestarsi in condizioni di eutiroidismo . Sull’argomento sono stati effettuati numerosi studi, con risultati contrastanti.

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